Agenpress – Il mercato illegale mette a rischio il futuro di oltre 7.000 specie. Le zanne di elefante diventano trofei, le tigri pellicce da arredo e i corni di rinoceronte si trasformano in presunte medicine miracolose.

Nel commercio criminale, la loro morte vale più della loro vita: un rinoceronte può valere fino a 500.000$, un elefante fino a 30.000$ e una tigre più di 150.000$.

Il commercio illegale di specie è il quarto mercato criminale al mondo: i bracconieri uccidono specie simbolo e distruggono la ricchezza e la biodiversità di Paesi in via di sviluppo.

Il governo giapponese aumenterà i controlli sul commercio d’avorio a partire da luglio, costringendo gli importatori a presentare maggiori riscontri sulla provenienza della merce. “Con le nuove restrizioni sul trasporto di provenienza sconosciuta dell’avorio, questo tipo di business sul mercato domestico verrà di fatto terminato”, ha detto il ministro dell’Ambiente nipponico, Yoshiaki Harada, in una conferenza stampa.

In questo modo Tokyo si allinea alle regole istituite dopo la convenzione di Washington, nel 1990. Da quella data, infatti, il commercio internazionale è stato abolito, fondamentalmente per limitare la caccia di frodo degli elefanti, la cui popolazione era drammaticamente crollata negli anni ’80. Nel Paese del Sol Levante, invece, l’avorio ottenuto nel periodo antecedente alla convenzione di Washington, nel suo stato originale poteva essere commercializzato dopo l’avvenuta registrazione all’Istituto di ricerca del Japan Wildlife.

Malgrado paesi come Stati Uniti e Cina abbiano in passato fatto progressi per impedire il commercio illegale di avorio, il Giappone ha sempre sostenuto che le transazioni avvenute sul mercato domestico non influivano sulle attività dei bracconieri in Africa. Una legge generica sulla conservazione era stata introdotta in Giappone nel 2017, obbligando i commercianti a segnalare le proprie generalità al governo, ma secondo il Wwf la misura non risolveva le questioni urgenti che riguardavano nello specifico l’avorio. Secondo le stime dell’organizzazione che si occupa di protezione ambientale, oltre 2,4 tonnellate di avorio sono state esportate illegalmente in Giappone dalla Cina e altri paesi tra il 2011 e il 2016.

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