Agenpress. ”Senza animali il circo chiude” e gli animalisti non dovrebbero “imporre la propria opinione agli altri”. Lo dice senza tentennamenti la principessa Stéphanie di Monaco in una intervista esclusiva concessa a Roberto Bianchin e Alessandro Serena e pubblicata sul numero speciale della rivista ”Circo”, semestrale edito dall’Ente Nazionale Circhi in uscita in questi giorni.
Parlando del padre, il principe Ranieri di Monaco, sostiene che ”è stato il primo animalista, prima ancora che si sapesse dell’esistenza degli animalisti. Qui al Festival abbiamo sempre preteso condizioni molto severe sul trattamento degli animali”. E il Festival di cui parla è ovviamente la prestigiosa vetrina mondiale del meglio dell’arte circense che si tiene nel principato di Monaco e che dal 17 al 27 gennaio prossimi vivrà la sua 43esima edizione.
La passione per il circo, spiega, è ”la malattia più bella del mondo: per me è un grande onore sentirmi dire dalla gente del circo che appartengo alla grande famiglia del circo. È qualcosa che mi tocca profondamente”. E a chi sostiene che nel circo gli animali stanno male, la principessa risponde che quanti lo affermano ”non sanno nulla: gli animali vengono sterminati dai bracconieri nelle foreste e gli animalisti non se ne occupano.
Nel circo sono artisti a tutti gli effetti, fanno parte della troupe, e sono trattati con il rispetto dovuto a tutti gli artisti. Sono amati, trattati bene, nutriti e curati. Al circo tutto è controllato. E poi agli animali piace lavorare, sono contenti quando vanno in pista. Per non parlare dei loro educatori. Sono persone meravigliose, che dedicano la loro vita agli animali. Lavorare con loro comporta molti sacrifici, perché vivi per gli animali, perché trascorri con loro ventiquattr’ore su ventiquattro, perché non puoi mai permetterti un giorno di ferie, e alle sette del mattino sei già in piedi accanto a loro, mentre gli altri artisti sono ancora in caravan che dormono.
Questa si chiama educazione: è solo così che puoi ottenere dei risultati”. La principessa, che ha studiato arti circensi all’Accademia di Annie Fratellini a Parigi, è ugualmente ferma sul fatto che la presentazione degli animali in pista debba completamente abbandonare ”situazioni superate” come quelle di vestire gli animali ”con abiti ridicoli o far loro eseguire degli esercizi che li umiliano e li mettono alla berlina”. Pratiche che in Italia sono state abbandonate da anni.
“Ha ragione la principessa. Gli animali dei circhi vengono sottoposti a verifiche periodiche, sono controllati da veterinari. E non sono di certo maltrattati. Al contrario, chi lavora con loro sviluppa un sentimento di affetto e di vera simbiosi. Come ad esempio avviene con i miei elefanti, che curo e allevo da più di 40 anni”. Lo ha detto Flavio Togni, co-produttore del ‘Circo Americano’, commentando l’intervista rilasciata da Stéphanie di Monaco al periodico ‘Circo’, che è stata criticata dalle associazioni animaliste.
“Chi organizza campagne per un circo senza animali non considera che si tratta di esemplari nati in cattività o in giardini zoologici, quindi abituati alla presenza dell’uomo fin dalla nascita. Sono animali che vengono accuditi e curati, assolutamente non maltrattati. Noi -spiega Togni- viviamo sulla pubblica piazza, alla luce del giorno, è facile verificare quello che diciamo. Gli animali, insieme ai clown e ai trapezisti, sono tra gli ‘ingredienti’ tradizionali e irrinunciabili dello spettacolo del circo”.