Agenpress – Le vittime sono agnellini tra i 30 e i 40 giorni di vita, strappati prematuramente alle loro madri dopo una gravidanza di 5 mesi regolata in modo tale, da poterli uccidere quando pesano circa una decina di chili.

Anche quest’anno l’Agenpress scende in campo contro la mattanza di agnelli in vista della Pasqua, al grido, “è solo un cucciolo”, dimostrando sempre di più una sensibilità animalista e amore verso tutti gli animali e contro il loro maltrattamento.

La nostra agenzia vuole far leva sulla sensibilità crescente e si unisce alle tante campagne di comunicazione per salvare gli agnelli e cambiare tradizioni e abitudini. L’invito è quello di passare una Pasqua che sia felice e spensierata anche per questi animali.

La nostra campagna “Salva un agnello” vuole coinvolgere l’attenzione dell’opinione pubblica, facendo informazione sull’argomento e chiedendo un impegno concreto, affinché si possa arginare quello che a tutti gli effetti può essere considerato un rito barbaro. In particolare si vuole richiamare l’opportunità di riconsiderare in tutto e per tutto il ricorso ai prodotti di origine animale.

L’agnello di Pasqua obbedisce ad una tradizione antica, ma che, vista  con gli occhi di chi ha a cuore la tutela degli animali, appare veramente barbara. Quello che si prospetta in questi giorni nel nostro Paese è un vero e proprio massacro di creature indifese, le quali, nel corso della loro vita, subiscono molte sofferenze, proprio in nome di questo rito festivo.

E’ opportuno sapere che gli agnelli sono tenuti in condizioni pessime, ammassati in spazi ristretti, anche in mezzo ai rifiuti; in attesa della macellazione, non ricevono le giuste cure veterinarie; crudeltà inimmaginabili, che si aggiungono le une sulle altre a costituire una realtà cruenta.

Sono terrorizzati, urlano, piangono, perché capiscono che stanno per morire. A volte vengono uccisi anche senza essere storditi, non vengono storditi del tutto e al momento dello sgozzamento sono ancora coscienti di cosa gli stia accadendo, scalciano e si dimenano fino alla morte che sopraggiunge per dissanguamento.

La nostra agenzia si batte da sempre per i diritti degli animali, auspicando la fine di queste pratiche crudeli, che ogni anno si ripercuotono sui cuccioli indifesi per le feste tradizionali, come il Natale o la Pasqua.

E’ stato calcolato che in un anno nel nostro Paese vengono uccisi 4 milioni di agnelli per essere destinati al consumo umano. La cifra comprende sia quelli che vengono allevati in Italia che quelli che vengono importati dall’Europa dell’Est, in primo luogo dalla Romania. Il primato delle macellazioni di ovini e caprini è detenuto nello specifico da alcune regioni italiane, come la Sardegna e il Lazio, seguite da Puglia, Campania e Toscana.

Anche quest’anno diciamo basta a questo rito barbaro!! #salvaunagnello! perché la tradizione può cambiare”. Milioni di famiglie hanno deciso di non mangiare l’agnello, fallo anche tu! #salvaunagnello!

«Tutti gli animali amano, gioiscono e soffrono allo stesso modo e dovrebbero avere lo stesso diritto alla vita. Per questo continueremo a batterci finché non vedremo la stessa indignazione per il maltrattamento di un cane e quello di un agnello o di un altro, purtroppo, cosiddetto ‘animale da reddito’. È ora di dire basta alla schiavitù degli allevamenti e all’uccisione di animali innocenti». Piera Rosatipresidente nazionale della Lega Nazionale per la difesa del Cane

Maria Conti

Direttore Editoriale

“Verrà il tempo in cui l’uomo non dovrà più uccidere per mangiare, e anche l’uccisione di un solo animale sarà considerato un grave delitto” (Leonardo Da Vinci)

 

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