Agenpress. “Non solo è necessario riconoscere agli animali una soggettività giuridica nella Costituzione, ma anche rafforzarne la tutela penale, oggi troppo legata ad una visione antropocentrica del mondo. E’ quanto si propone, tra le sue priorità, il Movimento animalista”

Lo ha detto l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento, commentando l’audizione in commissione di Antonella Massaro, professoressa di Diritto penale all’Università di Roma Tre,  svolta oggi dalla commissione Giustizia della Camera nell’ambito   dell’indagine conoscitiva su un gruppo di proposte di legge abbinate, di cui otto  a firma dell’on. Brambilla, recanti modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale, e altre disposizioni in materia di tutela degli animali.

La professoressa Massaro ritiene “condivisibile” la modifica della rubrica del titolo IX bis del libro II del codice penale: da “dei delitti contro il sentimento degli animali” a “dei delitti contro gli animali” e l’abrogazione del dell’art. 19-ter delle disposizioni di coordinamento, “ormai inteso dalla giurisprudenza nel senso di escludere la rilevanza penale” di alcune attività umane, come la caccia, l’allevamento, gli spettacoli circensi “nella misura in cui le stesse siano svolte nel rispetto delle normative di riferimento, senza che dalla stessa derivi un’automatica esclusione dei reati” di maltrattamento, uccisione etc. E’ ormai pacifico, infatti, che il rispetto delle normative di settore non mette di per sé al riparo dal rischio di commettere reati contro gli animali. E la norma appare superflua.

Con maggiore “cautela”, la giurista guarda all’ipotesi di inasprire le sanzioni per ottenere “un significativo aumento” delle pene detentive. Il rischio è quello di violare la regola della proporzionalità rispetto al sistema generale delle sanzioni penali, tutelato anche in pronunce recenti della Corte costituzionale. Con un massimo superiore ai quattro anni, inoltre, non sarebbe più possibile la “messa alla prova”, che l’esperta considera istituto utile ad un percorso di reinserimento del reo, perché, “comprendendo potenzialmente anche attività “prossime” al reato commesso”, potrebbe risultare più efficace del carcere. Tra le circostanze aggravanti certamente da inserire c’è la divulgazione dei reati contro gli animali attraverso strumenti informatici o telematici, oggetto di una delle proposte Brambilla, collegata alla procedura, mutuata dalla legge sul cyberbullismo, per ottenere la rimozione di questi contenuti. Forti sono le riserve, infine, sull’introduzione dei reati di zooerastia e di zoopornografia, che rischiano paradossalmente, con la loro specificità, di indebolire il dettato, più ampio, dell’articolo sul maltrattamento.

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