Agenpress – “In compagnia dei consiglieri comunali e attivisti del #M5S mi sono recato con i carabinieri forestali, veterinari Asp e polizia municipale ai famosi “ex capannoni” di Palermo, attenzionati senza successo anche da alcune trasmissioni tv.”

Lo afferma il portavoce parlamentare del M5S Paolo Bernini, che prosegue: “Gli ex capannoni sono una ex fabbrica in cui è presente un concentramento abusivo di cani. L’attuale proprietario che ha comprato tutta l’area all’asta non puó dare inizio ai lavori necessari ad avviare la sua attività, proprio per la presenza degli animali detenuti da non si sa chi, in condizioni ai limiti della sopravvivenza.” 

Continua il deputato “Giunto sul posto, quanto riscontrato è apparso da subito assurdo: cani segregati in ruderi tra topi morti, sporcizia, parassiti e ciotole vuote. Mi ha sconvolto l’odore nauseabondo che pervade l’ex fabbrica al punto tale  che, durante il blitz, ostacolava anche il lavoro dei veterinari impegnati nella lettura microchip.
Alcuni di questi circa 35 cani, risultano persino microchippati a nome del comune di Palermo, altri reimmessi sul territorio.

Uno degli animali che abbiamo trovato in loco, essendo stato ferito da altri cani è stato subito ricoverato mentre per tutti gli altri si cerca una ricollocazione idonea che dovrà, per ovvi motivi, esser frutto della sinergia tra procura e amministratori locali. Abbiamo anche trovato una sorta di fossa comune in cui un anziano che sfama gli animali ha bruciato diversi cuccioli- a suo dire- affetti da parvovirosi ed impossibilitato a curarli.
Inutile ribadire che i cani nella struttura, essendo stati lasciati in un ambiente simile, sono quasi certamente affetti da leptospirosi, leishmania, rogna, e quindi potenzialmente pericolosi per la salute umana e che, pertanto, non possono in alcun modo essere gestiti dai volontari senza specifiche indagini diagnostiche e comseguentemente un preciso e dettagliato protocollo sanitario.

Queste sono vicende paradossali, inaccettabili e che ci fanno capire quanto, ancora oggi, lo Stato sia del tutto assente in alcuni territori. Per questo motivo segnalerò tutta la grave serie di omissioni e abusi alla Procura competente e agli organi di polizia giudiziaria, solleciteró controlli e azioni concrete fino a quando non sarà restituita la dignità agli animali e ripristinata la legalità. Di fatto le Istituzioni responsabili ignorano che esista la legge quadro sul randagismo in vigore dal lontano 1991 ma a Palermo, così come un po’ in tutta la Sicilia, siamo fermi al medioevo dal punto di vista della prevenzione del randagismo . Animali i cui diritti sono completamente ignorati e costantemente lesi e i cittadini esposti potenzialmente a zoonosi varie, tra l’indifferenza e l’inerzia di chi dovrebbe essere la massima autorità sanitaria sul territorio.

Commenti