Agenpress. In relazione alla necessità di impedire, come previsto dal regolamento europeo 852/2004, che “l’accesso degli animali domestici nei luoghi dove gli alimenti sono preparati, trattati o conservati” possa essere “ fonte di contaminazione”, l’operatore del settore alimentare “ha l’obbligo di stabilire, in autocontrollo, quali siano le potenziali condizioni in cui si può verificare contaminazione degli alimenti da parte degli animali presenti nei locali e adottare tutti gli accorgimenti opportuni, formalizzandoli in procedure scritte di autocontrollo”.
Il divieto d’accesso agli animali potrà essere previsto “soltanto qualora non possa gestire in altro modo il rischio di contaminazione”. Parla chiaro la nuova nota del ministero della Salute, firmata dal direttore generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e a nutrizione Giuseppe Ruocco e inviata in questi giorni agli assessorati alla Sanità delle Regioni e delle Province autonome: il chiarimento toglie ogni pretesto agli operatori che hanno scelto la via del divieto e dà ragione a quelli che hanno adottato, per conciliare l’igiene con l’esigenze di una più vasta clientela, accorgimenti diversi: carrelli speciali, borse etc. Aveva originato l’equivoco una nota ministeriale del marzo scorso, che sembrava obbligare tutti gli operatori, per rispettare il regolamento europeo, a prevedere il divieto d’accesso per gli animali. Molte imprese, soprattutto nel nordest, si sono rapidamente adeguate. In realtà non c’è alcun obbligo, se non quello di evitare la contaminazione.
La nuova nota, firmata dal dottor Ruocco, è stata ricevuta, “e apprezzata”, anche dalla Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente che tramite la sua portavoce on. Michela Vittoria Brambilla aveva chiesto chiarimenti ai vertici del dicastero.