Agenpress – “Lo scorso venerdì insieme a Dino Ciminiello e al M5S di Bitonto (Puglia) mi sono recato nel canile comunale viste le numerose segnalazioni di presunti maltrattamenti ricevute da cittadini indignati, con l’intento di verificare personalmente le condizioni di detenzione degli animali e l’utilizzo di soldi pubblici per la gestione degli stessi.
“Giunti sul posto ci è stato negato l’accesso alla struttura, nonostante come riportato dal sito web fosse orario di apertura. Ore di attesa, fino a quando i carabinieri hanno intimato alla titolare l’apertura del cancello.
I box del rifugio sanitario a prima vista non sono apparsi conformi alla normativa vigente essendo alcuni sovraffollati, altri invece piccoli con singoli cani detenuti all’interno.”asserisce l’On. Paolo Bernini Portavoce alla Camera del M5S “Indignerebbero chiunque le condizioni di detenzione di circa un centinaio di cani nella parte più vecchia della struttura: simil box in ferraglia arrugginita all’interno di un ex mattatoio. Per tutti i cani quindi, nessuna possibilità di sgambare in un prato o di poter vedere la luce del sole. Durante il sopralluogo nella struttura continuava a rimbombare un abbaio assordante.
Il tutto condito da un forte odore , per me e gli attivisti, che abbiamo dovuto coprirci il naso con salviette profumate. Alcune cucce erano invece ricavate all’interno di bagni turchi. Mi domando come sia possibile la presenza di cani lì dentro essendo questa porzione di canile, inidonea e pericolante, e soprattutto, come sia possibile che il Sindaco possa continuare a spendere 175.000€ annui per detenere i cani in una struttura palesemente non idonea essendosi, stando ai racconti della titolare, pronunciata anche la Magistratura attraverso un provvedimento di sequestro.
Grave inoltre, che dall’esterno della struttura è possibile interagire con alcuni cani detenuti in stanze separate dalla strada mediante una grata alla finestra, con concreta possibilità che qualche malintenzionato possa gettarvi all’interno bocconi avvelenati.” Infine, conclude l’On. Bernini “Sul posto sono stati convocati anche i carabinieri forestali e i veterinari Asl, che hanno riscontrato l’assenza di schede identificative davanti ai box, nonché l’inidoneità e la pericolosità di alcune gabbie.
Mi occuperó di questi esseri indifesi con una nuova interrogazione ai Ministeri competenti e provvederò a richiedere un celere intervento della Magistratura, contestualmente agli attivisti del posto che promuoveranno adozioni responsabili. Non è possibile che in tutt Italia, nonostante la L.281/91 i Sindaci utilizzino fondi pubblici per negare il benessere agli animali e finanziare in modo errato dei servizi”