Agenpress – Scende di quasi 110 mila unità il numero di animali utilizzati nei laboratori italiani per la prima volta (i cosiddetti “naive”). E’ quanto emerge dai dati statistici sull’utilizzo di animali a fini scientifici pubblicati nei giorni scorsi dalla Gazzetta ufficiale, e relativi al 2015. Raccolti per la seconda volta secondo le modalita’ previste dalla Direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali a fini scientifici, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 26/2014, i nuovi dati fanno registrare un totale di 581.935 animali , contro i 691.666 del 2014 e i 723.739 del 2013. Un calo così rapido, se da un lato mostra che alcuni meccanismi restrittivi funzionano, dall’altro evidenzia, probabilmente, che il ricorso alla sperimentazione in vivo è stato eccessivo rispetto alle esigenze reali. Tra gli altri, riporta il grafico allegato, sono stati utilizzati 373.483 topi, 130.757 ratti, 30.984 polli, 16.618 porcellini d’India, 11.275 pesci zebra, 8.837 conigli, 1681 maiali, 540 cani, 224 macachi di Giava (tutti nati in cattività), 165 pecore, 146 rane.
Di poco superiore il numero degli utilizzi: 586.699, di cui 39.994 di gravità 4 (secondo la direttiva 63/2010 “le procedure che causano probabilmente dolore, sofferenza o angoscia intensi, ovvero dolore, sofferenza o angoscia moderati e di lunga durata, nonché le procedure che provocano probabilmente un deterioramento grave del benessere o delle condizioni generali degli animali”). A procedure di gravità 3 sono stati sottoposti 425 cani e 198 macachi. Sini classificate di livello 3 “le procedure che causano probabilmente dolore, sofferenza o angoscia moderati e di breve durata, ovvero dolore, sofferenza o angoscia lievi e di lunga durata, nonché le procedure che provocano probabilmente un deterioramento moderato del benessere o delle condizioni generali degli animali”. (nelcuore.org)
Vivisezione. Scende a 110 mila unità il numero di animali utilizzati nei laboratori italiani

Commenti