Agenpress – Abbiamo letto il resoconto del lupo ucciso, scuoiato e appeso a un cartello stradale a Suvereto.
Cosa si può dire di un gesto simile se non praticato da uomini disumani, barbari, infimi, che non sanno distinguere il bene dal male, la bellezza dall’orrore, uomini che come il veleno circolano nella società del terzo millennio e distruggono quanto di bello, di grande, di emozionante l’uomo migliore ha realizzato.
Uomini che non sono degni di abbracciare i propri figli, di andare in chiesa, di parlare, di pensare, di sentire perchè dentro l’animo hanno soltanto acciaio, meccanismi, ingranaggi. Gente che non percepisce la bellezza, l’innocenza, lo splendore di un pianeta che gira nello spazio come un miracolo. Uomini che non meritano alcuna considerazione perchè la brutalità è l’unica loro capacità.
Uomini che rendono un’immagine vergognosa, turpe, abietta di quell’umanità che ha voluto inviare nello spazio interstellare le due sonde gemelle con la musica di Beethoven, i suoni dalla Terra, i canti degli uccelli e delle balene, le vibrazioni della natura, come il vento e le onde. Perchè non inviare nello spazio le brutalità di cui noi umani siamo capaci? Come un bambino affamato, una donna stuprata, una città bombardata? Come un lupo scuoiato, un cane impiccato, un gatto torturato?
Cos’hanno a che fare i bruti con la poesia e la bellezza?
Niente.
Ma il Piano di “conservazione” del lupo li premia, si accoda, li scopiazza infliggendo ai lupi la morte del 5% di loro che si aggiungerà a quella dei 300 lupi uccisi ogni anno con i veleni, con le trappole e con ogni altro sistema brutale. Così si premia l’efferatezza e si punisce la bellezza e l’innocenza che appartengono soltanto agli animali e a chi sa guardare in alto, verso la vetta della montagna.
In Toscana l’uccisione del lupo a Suvereto non è che l’ultimo ripugnante episodio fra i tanti che la rendono la peggiore delle regioni italiane per quanto riguarda il rispetto verso quella natura, quell’ecosistema, quegli animali che altri nel mondo intendono salvare ma che gli amministratori toscani (non i cittadini), sbandierando ipocrisia e prepotenza stabiliscono che uccidere è buono e giusto presumendo che il loro passato glorioso possa ancora salvarli dal provincialismo e dall’arroganza in cui nuotano beati.
Respingiamo quindi l’infame massacro dei lupi, siano i 300 bracconati dai cacciatori (mai indagati e puniti), siano i 60 offerti sul piatto d’argento dal Piano di Conservazione del Governo Galletti sollecitati come premio dalla Regione Toscana e respinti da tutte le altre.
Sperando in un futuro migliore.
Mariangela Corrieri Presidente Associazione Gabbie Vuote Onlus Firenze |