Agenpress – Quando abbiamo saputo del nuovo piano lupo e di ciò che conteneva non è rimasto altro che manifestare il nostro dissenso, sono state 3 le manifestazioni organizzate insieme al PAE e agli attivisti indipendenti il 02-02 al Ministero dell’Ambiente, il 23-02 e 09-03 alla Conferenza Stato Regioni.

Dopo l’ultima protesta apprendiamo positivamente che oltre alle 11 regioni già ferme sin dall’inizio sulla contrarietà agli abbattimenti dei lupi, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Veneto, altre 8 regioni hanno cambiato posizione negando il proprio consenso agli abbattimenti dei lupi, dunque la Toscana rimane l’unica Regione insieme alla Provincia Autonoma di Bolzano.

Una posizione che non lascia dubbi e fa capire da chi la Regione Toscana è governata, Marras che quando era Presidente della Provincia di Grosseto nel 2013 paventava l’uccisione dei cani senza padrone, (organizzammo una protesta) Remaschi autore di una legge unica in Italia che autorizza gli abbattimenti degli ungulati tutto l’anno e del Presidente Rossi che avendo tale posizione non ci rappresenta. Politici capaci di pensare che il fucile è la soluzione a certi problemi degli allevatori e agricoltori, che noi abbiamo più volte incontrato e l’ultima volta il 21-02 a Siena, ciò che appare dai loro pensieri è la non volontà ad attuare recinzioni, a volte nel trovare difficoltà burocratiche nei permessi per le recinzioni, ma soprattutto a fare i pastori nel vero senso della parola ovvero a badare le pecore e non andando a fare altri lavori pretendendo che i predatori non facciano la loro parte, ma probabilmente questo è un gruppo rimasto su queste posizioni la maggior parte lavorano con criterio avendo ormai capito quali sia il giusto modo di affrontare questa attività. Sicuramente a questa situazione instabile dobbiamo aggiungerci le lungaggini della burocrazia lenta a risarcire chi subisce i danni che però se non vengono utilizzati i metodi di prevenzione (recinzioni, cani da guardiania sterilizzati, ricoveri notturni) non andrebbero dati, rimaniamo stupiti su come alcuni politici non riescano a capire l’importanza di questo animale essendo proprio il lupo che equilibra la fauna degli ungulati, invece di pensare a tutelarlo si adoperano  per il suo abbattimento e promuovono leggi per abbattere sempre più ungulati, prede dei lupi cosicché viene a mancare la normale fonte di alimentazione.

Esistono metodi ecologici e di prevenzione ma pur di accontentare agricoltori, allevatori e cacciatori, fonti di voti, è facile dire spariamo, è la soluzione più immediata ma oggi appare evidente che una Regione è sola su questo pensiero ed è la Toscana, ma il vento non tira verso Firenze tira a Roma dove 19 regioni si sono dette contrarie all’uccisione del lupi, come già dichiarato dal Presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini portavoce del pensiero di tutte le regioni italiane che ha chiesto al Ministro dell’Ambiente Galletti lo stralcio dell’ipotesi degli abbattimenti dal nuovo piano lupo.

Ciò che ci preoccupa non è solo il lupo ma che nel nuovo piano troviamo argomentazioni riguardanti i cani senza padrone ovvero modifiche all’attuale legge sul randagismo la 281/91 e di certo non possiamo accettare peggioramenti, se anche queste ipotesi di modifiche non verranno tolte il 30-03 torneremo nuovamente in piazza.

Torlai Alessandro

Ass. Irriducibili Liberazione Animale

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