Agenpress. Ottenuto il primo embrione artificiale. E’ di topo e si e’ formato a partire da cellule staminali che si sono assemblate dando origine a una struttura tridimensionale simile a un embrione naturale. Il risultato e’ descritto su Science dal gruppo dall’universita’ britannica di Cambridge guidato da Sarah Harrison.

L’embrione aiutera’ a comprendere l’origine di molte malattie legate alle fasi iniziali dello sviluppo e a ridurre i test condotti sugli animali.

Per esempio, osservando gli embrioni artificiali sarà possibile capire perché alcune gravidanze si interrompono senza utilizzare embrioni veri. La ricerca più moderna tende infatti ad utilizzare aggregati cellulari e organoidi in luogo degli animali.

“Si tratta di un risultato importante” ha dichiarato Manuela Monti, ricercatrice al Centro di Medicina rigenerativa dell’Irccs San Matteo di Pavia. “Per la prima volta si analizzano le primissime fasi dello sviluppo embrionale che, in teoria, come modello, possono essere translate nell’umano e questo potrà aiutare a capire in futuro perché una buona parte degli embrioni normalmente si arrestano nello sviluppo prima dell’impianto in utero” ha dichiarato. “L’aspetto straordinario dal punto di vista tecnico di questo esperimento è l’intuizione di avvalersi di una struttura tridimensionale in cui sospendere le cellule perché questo ci dà informazioni sulla distribuzione spaziale di tali cellule in questa fase.

Così potremmo capire, ad esempio, come insorgono determinate condizioni legate ad anomalie di segregazione dei cromosomi, come la sindrome di Down“ ha concluso l’esperta.

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