Agenpress. “I canili comunali capitolini non verranno più gestiti dall’associazione privata AVCPP che da oltre vent’anni senza bando e gara pubblica si era insediata per  raccomandazione.

Da Oggi l’insediamento del nuovo affidatario legittimo.  Abbiamo denunciamo all’Autorità giudiziaria tutte le irregolarità ed illegalità perpetrate dal soggetto privato Avcpp, dallo sperpero di denaro pubblico alla mancanza del bando per l’assegnazione dei canili fino al maltrattamento animali per sovraffollamento, uno stato contra legem accertato dall’Anac riportato nella recente Delibera 759 a firma del magistrato Cantone. – Dichiara il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli – . Dopo vent’anni ci siamo tolti il cancro della gestione Avcpp, associazione privata volontari canile porta portese che spartiva milioni di euro ogni anno speculando sui cani ai quali andavano solo le briciole.

Il Business alla base di tutto, come per la cooperativa 29 giugno di Salvatore Buzzi che riceveva dalla Amministrazione locale sovvenzioni pari a 30 euro al giorno per ogni immigrato detenuto, di fatto all’immigrato andava soltanto 2,50 euro, il restante veniva intascato da Buzzi & Co. Un giro d’affari milionario che, definito dallo stesso rende più della droga.

Se per i centri dei rifugiati il business illegale corrisponde a sette milioni euro l’anno a carico dell’Amministrazione capitolina, quello dei randagi detenuti nei canili comunali non è da meno. Il meccanismo è il medesimo: solo il 10% dei 4.2 milioni di euro/annui è destinato ai mantenimento dei cani il resto è per garantire stipendi d’oro ai responsabili dei Volontari Canile Porta Portese e consulenze strapagate dei loro amici. La medesima associazione dal 1997 senza aver mai vinto gara d’appalto o bandi pubblici lavora grazie ai 56 proroghe di rinnovi di affidamenti diretti in convenzione, pratica illegale visto l’ammontare dei finanziamenti.

Ciò fa si che per ogni animale siano erogati fondi che vanno straordinariamente al di sopra delle medie nazionali, 18 euro contro i 3,5/4,5 euro, a fronte di una situazione igienico-sanitaria peggiore di molte altre visto che la Asl ha determinato la chiusura definitiva della metà delle strutture e la messa a norma delle restanti , tutte illegali. Una gestione colpevole, oltretutto, di non essere mai riuscita, in decenni di attività, a far scendere il numero dei cani detenuti sotto il tetto minimo di 1.000, numero necessario per garantire l’erogazione dei fondi concordati.

Il Pae plaude la scelta dell’Amministrazione Raggi per avere troncato con il passato, una scelta difficile ma necessaria per ripristinare la legalità, una nota di merito anche per la Dott.ssa Matassa responsabile dell’Ufficio Tutela benessere Animali che segue personalmente la vicenda dei canili comunali.”

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