Agenpress – Il sipario sullo “spettacolo più grande del mondo” calerà a maggio, dopo 146 anni. Ad annunciarlo è stato il proprietario del Ringling Bros. e Barnum & Bailey Circus, dopo che la notizia era stata data ai dipendenti sabato notte, al termine degli spettacoli a Orlando e Miami.
“Non c’è una sola motivazione per la chiusura”, ha detto Kenneth Feld, presidente e CEO di Feld Entertainment. “E’ stata una decisione molto difficile per me e per tutta la famiglia”.
A determinare il fallimento imprenditoriale, secondo Feld, sono stati gli alti costi di gestione e il crollo della vendita dei biglietti. Il colpo più duro è arrivato dagli animalisti che hanno criticato il circo per lo storico utilizzo degli elefanti (il primo fu un esemplare asiatico di nome Jumbo nel 1882), denunciandone maltrattamenti.
Nel 2011, Feld Entertainment ha accettato di pagare una multa di 270mila dollari (circa 253mila euro) al Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti per presunte violazioni della Animal Welfare Act.
L’azienda non ha però mai ammesso gli illeciti, ma ha promesso di implementare una nuova formazione per tutto il personale che si occupano degli animali.
Il Barnum è una istituzione per l’America. Il circo, con i suoi animali esotici, i costumi sgargianti e gli acrobati che sfidavano la morte, è stato un intrattenimento amatissimo negli Stati Uniti a partire dalla metà del 1800. Allora Phineas Taylor Barnum mise su uno spettacolo itinerante con tanti animali e tante stranezze (esibiva ad esempio una schiava dicendo che aveva 161 anni e che era la ex nutrice del presidente George Washington). Poi si unì al suo rivale James Anthony Bailey, creando una enorme struttura. Dopo la sua morte la gestione passò ai cinque fratelli Ringling, abili nella giocoleria. Durante tutta la prima parte del ventesimo secolo il circo Barnum si spostò in treno in lungo e in largo per l’America, allietando il pubblico di tutte le età. Poi, con l’arrivo di cinema, tv e videogiochi, l’interesse è andato mano a mano scemando fino all’annuncio della chiusura.