Agenpress – Virginia Raggi non ha emesso nessuna nuova ordinanza sui botti a Roma. L’obiettivo di Palazzo Senatorio è “continuare la battaglia di civiltà per sensibilizzare i cittadini su abitudini che possono provocare conseguenze negative per la salute di persone e animali. Una battaglia al di là di formalismi amministrativi affinché “Capodanno sia una festa e non venga rovinata da incidenti”.
La LAV accoglie “con rammarico e seria preoccupazione la decisione del TAR del Lazio che sospende con decreto cautelare urgente l’ordinanza ‘anti- botti’ del sindaco di Roma, Virginia Raggi, peraltro senza neppure aver sentito le ragioni del Comune”.
La LAV ribadisce “la pericolosità dei ‘botti’ di Capodanno per animali e persone”. La Lav chiede quindi ai Sindaci “di continuare ad emanare ordinanze che ne vietino l’utilizzo, nel rispetto delle procedure previste per legge e degli obblighi di informazione alle autorità prefettizie. Vietare l’uso di petardi, botti e artifici pirotecnici è un atto di responsabilità, affinché i festeggiamenti di Capodanno non si traducano in una tragedia per gli animali, oltre che per salvaguardare l’incolumità dei cittadini. Anche in considerazione del fatto che il capodanno risulta essere un momento di massima allerta delle misure preventive antiterrorismo istituite in molte città italiane”.
Solo lo scorso anno – aggiunge Lav – il bilancio ufficiale parla di 251 persone ferite a causa dei botti, cui si aggiungono le conseguenze, devastanti, per gli animali: “il fragore, infatti, oltre a scatenare una naturale reazione di spavento, li porta frequentemente a perdere l’orientamento, esponendoli così al rischio di smarrimento e/o investimento, altra circostanza che può mettere a repentaglio l’incolumità di animali e persone, che i Sindaci hanno il dovere di tutelare – dichiara Ilaria Innocenti responsabile LAV Area Animali Familiari – In caso poi di esplosioni in prossimità dell’animale, sia d’affezione che selvatico, vagante o di proprietà, le conseguenze possono essere molto più drammatiche, causandone spesso il ferimento o la morte anche per ustioni, configurando inoltre condotte penalmente rilevanti”.