Agenpress. Sabato doveva essere una manifestazione in onore di Angelo, il cane impiccato da quattro balordi disadattati, nel Comune di Sangineto (CS), nello stesso luogo dove è avvenuto l’efferato delitto, unitamente alla cittadinanza ed alle sue istituzioni. O perlomeno così doveva essere.
I promotori dell’evento PAE e Noita avevano pubblicamente invitato il primo cittadino a prendere una posizione di netta condanna nei confronti dei suoi concittadini autori del gesto ed a scendere in piazza con gran parte della collettività esponendo manifesti di tal tenore.
“Così non è stato. La Polizia ha relegato i manifestanti in una piazza deserta, chiuse tutte le attività commerciali, saracinesche abbassate, persiane serrate, a parte una trentina di sanginetesi, numero talmente esiguo da non considerarlo rappresentativo di una comunità di circa 1400 persone, sembrava un paese fantasma.
Nessuno striscione riportava il nome dei quattro assassini né tantomeno il nome di Angelo, solo un prevedibile benvenuti manifestanti e non siamo come ci avete descritti ma soprattutto ci è stato impedito di raggiungere il centro storico del paese. – dichiara il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli –.
Vani i numerosi tentativi di convincere Sindaco, Digos e Questura di far passare il corteo nel centro del paese diventato ormai il simbolo della protesta nazionale contro tutte le forme di violenza sugli animali, un corteo pacifico rappresentato nel 90% da un pubblico femminile di cui la metà ultracinquantenne.
L’imposizione della Questura, nel cambiare all’ultimo il luogo della manifestazione senza addurre i comprovati motivi, è stata considerata arbitraria ed ingiusta nonché lesiva dei diritti costituzionalmente sanciti. Successivamente il corteo è stato sciolto e mentre in ordine sparso si cercava di raggiungere il paese dalla Questura veniva il via libera per far accedere solo 150 attivisti.
Proposta ovviamente respinta ad unanimità pertanto i numerosi blindati della Polizia e le squadre degli agenti in tenuta antisommossa hanno impedito di oltrepassare il limite imposto. – conclude Fuccelli – .
Questa vittoria del Sindaco di Sangineto è soltanto una vittoria di Pirro, adesso nei social la condanna è estesa anche all’intera comunità considerata terra di omertosi, il messaggio è diventato virale e sempre più persone stanno adoperandosi al fine di boicottare commercialmente e turisticamente tale località.
Per noi resta una sconfitta della giustizia ed il trionfo dell’omertà e della connivenza a conferma della evidente differenza culturale sempre più marcata tra la società civile e queste terre arretrate. Ma questa sconfitta ci rende più forti abbiamo perso una battaglia e non la guerra. Sta rinascendo un movimento compatto, spontaneo di liberi cittadini che chiedono giustizia e diritti per gli animali, gente per bene ed onesta disposta a percorrere migliaia di km da tutta Italia ed impegnare tempo e denaro per una causa in cui credono, senza interessi di alcun genere senza personalismi, solo per la causa in cui credono.
Stiamo crescendo compatti, ci stiamo preparando per la “Vittoria.“